"...furono gli altri ad accorgersi per primi di quello che Alice e Mattia avrebbero capito solo molti anni più avanti. Entrarono nella stanza tenendosi per mano. Non sorridevano e i loro sguardi seguivano traiettorie divergenti, ma era come se i loro corpi fluissero con continuità l'uno nell'altro, attraverso le braccia e le dita contatto.
Il contrasto marcato tra i capelli chiari di Alice, che incorniciavano la pelle del viso troppo pallida, e quelli scuri di Mattia, arruffati in avanti a nascondergli gli occhi neri, si annullava in quell'arco sottile che li congiungeva. C'era uno spazio comune tra di loro, i cui confini non erano ben delineati, dove sembrava non mancare nulla e dove l'aria pareva immobile, imperturbata.
Alice lo precedeva di un passo e la trazione debole di Mattia ne equilibrava la cadenza, annullando le imperfezioni della sua gamba difettosa. Lui si lasciava trasportare ed i suoi piedi non facevano rumore sulle piastrelle. Le sue cicatrici erano nascoste e al sicuro dentro la mano di lei...."
La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano
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